Una location d’eccezione per presentare il primo libro su un uomo eccezionale. Stiamo parlando di Luigi Veronelli, scomparso nel 2004, a cui Gian Arturo Rota e Nichi Stefi hanno voluto rendere omaggio, il 3 maggio scorso, presso lo splendido Hotel Columbus, già Palazzo della Rovere, in via della Conciliazione a Roma, proprio a due passi da piazza San Pietro. Non una biografia, poiché raggruppare i suoi innumerevoli contribuiti, dati i vari settori di cui si è occupato, avrebbe richiesto un tempo infinito e migliaia di pagine, quanto piuttosto un lavoro di indagine. Giornalista, scrittore, critico, filosofo, un uomo aperto a 360 gradi sul mondo enogastronomico (di cui è stato l’indiscusso apripista) il quale, anche una volta divenuto celebre, ha continuato a rispettare con grande umiltà il mondo contadino ed il lavoro che c’è dietro ogni vino, non solo quello blasonato. In un momento in cui anche i sassi parlano di enogastronomia autoreferenziandosi, Luigi Veronelli resta “il” riferimento privo di saccenza dell’universo del vino e del cibo. Bella ed interessante presentazione degli autori a cui ha fatto seguito un rinfresco offerto presso il magnifico giardino pensile dell’Hotel Columbus ad opera di Claudio Favale, chef del Ristorane La Veranda, quest’ultimo ospitato nella spettacolare sala affrescata del ‘400, capace di accogliere 300 persone. Favale, di origini pugliesi, strizza amorevolmente l’occhio alla Sicilia. Ne sono eccellente esempio i bocconcini di agnello da latte arrosto, salsa alla birra Pilsner Urquell e granella di patate croccanti alla curcuma, la tartare di carne Fassona, salsa tartara, veli di parmigiano stravecchio e gelatina di birra Pilsner Urquell o ancora la caponatina di mele con pistacchi, uvetta e pane croccante, i cartocci di verdure in tempura o il gelato ai pistacchi di Bronte. Da non mancare il suo aperitivo BIO il giovedì o il brunch domenicale.

di Elisa Santurri