Ambiente familiare, pochi tavoli e accoglienza cordiale per riscoprire insieme ai tre fratelli titolari del locale la cucina romana autentica “de ‘na vorta” le cui tradizioni gastronomiche (se non salvaguardate) rischiano di scomparire: zuppa di fave e cicoria, rigatoni al sugo di coda, fusilli alla checca, cannelloni di cernia con pomodorini e capperi, parmigiana di zucchine, lingua in salsa verde, abbacchio brodettato, carne danese cotta su pietra lavica, vitello tonnato, tortino di aliciotti e indivia, crostata di ricotta e visciole o sorbetto alla sambuca. Menù fisso a 27 e 33 euro. Chiuso: sabato a pranzo e domenica, ferie in agosto. Carte di credito: tutte
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