Ci sono luoghi dove appena arrivi ti senti subito a casa, in cui la quiete e il silenzio ti rigenerano immediatamente la mente, il contatto con la natura e la terra ti fanno dimenticare come per miracolo il caos e i ritmi nevrotici della città. La percezione che stiamo entrando in un mondo di pace e tranquillità l’avvertiamo già varcato l’ingresso, oltre il quale ci aspetta un viale in terra battuta bianca, costeggiato di cipressi, lungo circa un chilometro, che conduce al centro di questa tenuta di 160 ettari, estesa fino ai piedi dei monti Cimini, nel cuore della Tuscia.

L’azienda è gestita dalla quarta generazione della famiglia Trua, Antonio e la moglie Bettina, che hanno fortemente voluto trasformare questa realtà agricola in una country house, con il vecchio casale del ‘700, una volta adibito a bigattiera per l’allevamento dei bachi da seta ed ora sapientemente ristrutturato, dotato di 6 suite ed un ristorante. Le stanze mediamente di 50/60 mq, ognuna con uno stile diverso, cercano di preservare le caratteristiche e l’architettura originali, e si affacciano tutte sul giardino con la grande vasca idromassaggio ad uso esclusivo degli ospiti.

Attualmente l’azienda agricola è tutta dedicata all’allevamento di bovini rigorosamente di razza chianina, una fra le più antiche e pregiate specie, apprezzata fin dai tempi degli Etruschi per la sua fierezza ed eleganza. Vengono allevati soltanto una cinquantina di capi, seguendo un processo biologico, che prevede un’alimentazione solo con i foraggi freschi prodotti dalle coltivazioni dell’azienda, fino alla macellazione, che avviene fra i 18 e i 24 mesi, per offrire agli ospiti del ristorante all’interno della tenuta una carne di eccezionale livello. Ed è proprio dall’utilizzo di questa carne abbinata ai prodotti dell’orto impiantato a poca distanza, che è iniziata l’avventura dello chef Stefano Marinucci il quale, nonostante il suo imprinting marinaro (suo il ristorante il Timone a Fiumicino), ha saputo mettere a frutto e valorizzare la grande materia prima per realizzare piatti come le tagliatelle stese a mano al sugo antico di chianina o il risotto con asparagi di campo, pistilli di zafferano e chips di guanciale croccante.

A seguire la padellata di chianina in sfoglia di polenta al finocchio selvatico o gli arrosticini sempre di chianina con pinzimonio di gazpacho. Sempre accesa la griglia per una costata o una fiorentina cotte a puntino. A disposizione dello chef anche una originale piantagione di lamponi e more, assolutamente da vedere per la bellezza e la pulizia dell’impianto, dalla quale attingere per preparare dolci caldi e freddi, conserve e marmellate, da acquistare.

Nel parco adiacente al casale una rilassante piscina a sfioro regala attimi di frescura e refrigerio durante le torride giornate estive, rendendo i momenti di soggiorno, se mai ce ne fosse il bisogno, ancora più suggestivi e romantici.
Da non dimenticare che nelle immediate vicinanze l’offerta di luoghi da visitare è assai ricca, vedi Bagnaia e la sua meravigliosa Villa Lante, il Parco dei Mostri di Bomarzo, Civita di Bagnoregio “la città che muore”, la stessa Viterbo con i suoi servizi termali, le necropoli etrusche di Tarquinia e Vulci, e tutto questo a soli 70 km da Roma. Una tappa irrinunciabile per tutti gli appassionati del bello e del buono.

Tenuta di Santa Lucia
Azienda Agricola. La Bigattiera.
S.S.Ortana, Km 13,300.
Soriano nel Cimino (VT). Tel. 0761759529
www.tenutadisantalucia.com

di Danilo Brunetti
(pubblicato su Aroma di settembre/ottobre 2010)