Anguille in agrodolce e non pane e agnello, come si credeva fino ad ora. John Varriano, storico anglosassone da sempre interessato all’arte rinascimentale italiana ci svela oggi il menù assaporato dai celebri commensali della cena più famosa del mondo, affrescata da Leonardo da Vinci nel dipinto completato nel 1498. Lo studio, pubblicato dalla rivista americana “Gastronomica” e affiancato da un’approfondito resoconto delle abitudini alimentari dell’epoca rinascimentale, si basa sull’esame, iniziato più di dieci anni fa, di una serie di ingrandimenti dei dettagli della tavola: si riconoscono anguille e fette d’arancia, uno dei piatti classici della cucina ai tempi di Leonardo.

All’osservatore più attento sorge, però, più di un dubbio sulle scelte operate dall’artista nella raffigurazione dei cibi presenti in tavola. Certo, storicamente nessuno sa bene cosa Gesuù e i suoi Discepoli abbiano veramente mangiato in quella solenne circostanza, ma vero è che Leonardo, noto vegetariano, non poteva ceto aver seguito i propri gusti scegliendo di ritrarre delle anguille nè tantomeno raggifurò cibi della tradizione giudaico-cristiana. Cosa ha spinto, quindi, l’artista toscano a scegliere di rappresentare proprio quel tipo di pesce e quella frutta?

Secondo l’interpretazione di Varriano, Leonardo si è semplicemente limitato a dare testimonianza di uno dei piatti di gran voga ai suoi tempi, come appunto, le anguille marinate con fette d’arancia. Chissà, se Dan Brown avesse esaminato anche questi aspetti prima di completare la stesura del “suo” Codice, forse ci sarebbe stato spazio anche per la soluzione di un antico mistero culinario…

(pubblicato su Aroma di gennaio/febbraio 2009)