Arriva l’estate ed il gelato, grande passione degli italiani, conosce il suo massimo momento di gloria. L’unico dubbio si lega ad una sola, semplice domanda: “Artigianale o industriale”? Proviamo a rispondere… Naturalmente i gelati artigianali, sinonimo di salubrità per via della totale assenza di additivi chimici, sono senz’altro da raccomandare, soprattutto in una città come Roma, dove si contano numerosi gli indirizzi validi specializzati in gelati fatti in casa con latte e frutta freschi.

Un aspetto che però colpisce da subito quando si parla di gelati in serie, preconfezionati, è la loro longevità e fascino senza tempo: è infatti incredibile come alcuni di questi siano sopravvissuti alle mode, dagli anni Sessanta in poi, mantenendo addirittura il packaging originale: tra i più famosi c’è sicuramente il Mottarello (così chiamato indipendentemente dal marchio di fabbrica Motta, un bastoncino di fiordilatte ricoperto di cioccolato) che è rimasto sorprendentemente uguale a sé stesso. Gli fanno buona compagnia il Fiordilatte e la mitica Coppa del Nonno, stessa confezione a forma di tazzina e colore di caffè che oggi come ieri, attenzione! si gusta al meglio non subito tolta dal freezer ma un po’ sciolta, quando cioè dopo circa 5 minuti diventa una specie di pappetta cremosa.

Il successo di altri gelati non è stato meno duraturo: il cornetto Algida ha bisogno di ben poche presentazioni, avendo attraversato indenne generazioni di golosi visto che da oltre 50 anni (51 per la precisione) è un classico dell’estate (anche se in versioni mutanti come il recente cornetto Enigma); pure il Camillino, un gelato alla crema racchiuso fra due biscotti, è un’icona da spiaggia fin dai tempi in cui il testimonial era il Cocco Bill uscito dalla matita di Jacovitti. E come dimenticare il Croccante, visto che ancora oggi si sgranocchia sotto l’ombrellone, oppure la Bomboniera, esposta anch’essa sul tabellone di latta al bar o ai baracchini improvvisati sull’arenile?

Accanto ai loro fratelli maggiori, che non sembrano accusare affatto il peso degli anni, si fa largo ad onor del vero una nuova famiglia di stecchi da passeggio, molto curati nel gusto e nel design. Parliamo ad esempio del Magnum, (“gelato alla vaniglia ricoperto da uno strato di cioccolato al latte, seguito dalla versione con le mandorle e tante altre” da Wikipedia), Il Calippo (1983, il ghiacciolo più ambiguo, dalla forma vagamente fallica) e il Solero, nato nel 1994 e composto da due differenti gusti alla frutta nella parte interna ed esterna. Saranno anch’essi destinati a fama imperitura come i gelati della nostra infanzia?

di Manuela Monteforte