Il vino dolce ha sempre rappresentato una componente immancabile sulle tavole di nobili e regnanti in virtù della sua ricchezza di colore, densità e complessità di aromi e sapori. Oggi sono molte le aziende che nel loro patrimonio produttivo inseriscono un vino dolce, sia per completare la gamma sia perché il mercato in tal senso dà un forte segnale di domanda.

Ci sono molti modi per produrre un vino dolce, tutti più o meno legati alla sovramaturazione delle uve, fenomeno che provoca l’aumento degli zuccheri a vantaggio non solo della gradazione ma anche dell’esaltazione dei profumi primari. Questa maggiore maturazione si può ottenere sulla vite come nei casi dei “muffati” oppure dei grappoli già raccolti e lasciati ad appassire sui graticci nel caso dei “passiti”.

Ma è di un altro metodo, decisamente originale e curioso, che vi vogliamo raccontare: quello degli Eiswein o Icewine, conosciuti come “vini del ghiaccio”, prodotti appunto con uve ghiacciate raccolte in inverno, generalmente dopo Natale e soprattutto di notte con temperature non superiori ai -7°. Poiché in tale processo è fondamentale avere, al momento del raccolto, l’acqua all’interno degli acini congelata in cristalli di ghiaccio.

Le uve, per lo più Riesling o Vidal, appena raccolte e prima che si scongelino, vengono prontamente pigiate. Dato che l’acqua contenuta negli acini è ancora sotto forma di ghiaccio, non verrà estratta, ed il poco succo ricavato dalla pigiatura sarà un mosto molto concentrato, ricco di acidi, zuccheri, e profumi primari che, dopo una fermentazione e vinificazione sia in acciaio che in botti di rovere, darà un vino molto equilibrato ed estremamente prezioso.

Le zone fondamentali per la produzione degli Icewine sono la Germania (solo uve Riesling), l’Austria (con assemblaggi di Riesling, Chardonnay, Chenin Blanc) ed il Canada (uve Vidal). La produzione di questi vini è talmente complessa e rischiosa (immaginate che in caso di pioggia prima del raccolto le uve non possono più essere impiegate) da farne dei beni da gioielleria più che da enoteca. I più costosi risultano decisamente i tedeschi, con una media di 80/160€euro alla bottiglia da 37,5 cl, mentre gli austriaci ed i canadesi, sicuramente più abbordabili, fluttuano dai 30 ai 50 euro.

Una particolarità è rappresentata dalle bottiglie di Eiswein Donnhoff, del vigneto Brucke nel villaggio di Erden, che riportano in etichetta l’indicazione del giorno in cui l’uva è stata raccolta e vinificata. I grandi appassionati le scelgono in base a questa informazione basilare in quanto i prezzi possono oscillare anche in ragione di 1 a 3 per vini della stessa annata, della stessa vigna e della medesima uva, ma raccolta in giorni diversi.

di Danilo Brunetti