Immagine_12_30Curve morbide e sinuose, pelle violacea, lucida ed impenetrabile: un aspetto quasi stregato che le è valso l’appellativo di “mela insana”… ma non solo per l’apparenza. Nella saggezza popolare c’è sempre un fondo di verità e infatti, fin dalla sua prima comparsa attorno al ‘400 quando fu introdotta in Europa dagli Arabi, la melanzana ha faticato a conquistarsi un posto di riguardo nella dieta quotidiana: il motivo? Gli effetti collaterali legati ai tentativi di consumo a crudo, causati dalla presenza nel frutto di solanina, un alcalide poco tossico prodotto dalla pianta con funzione pesticida, in grado di agire su apparato digerente e sistema nervoso.

Probabilmente è stato proprio a seguito di deliri e dolorosi attacchi intestinali che il frutto si è valso la cattiva reputazione di cibo pericoloso. Un timore facilmente scongiurabile con la cottura, attraverso la quale si riduce di molto l’effetto della solanina, presente essenzialmente nella buccia dove, tra l’altro, si concentrano anche le sostanze bioattive benefiche per l’organismo umano: i polifenoli antociani, di cui è ampiamente dimostrato il contributo nella lotta ai radicali liberi. Se a ciò si aggiunge la ricchezza di calcio, fosforo, potassio, vitamine A e C… altro che mela insana!

E poi c’è il suo gusto avvolgente, che porta in tavola una ventata di estate e sapori orientali. La pianta è infatti originaria dalle zone calde e temperate di Cina e India, ma ha trovato un terreno d’elezione anche nel nostro Paese, dove la coltura è diffusa al centro e al sud d’Italia. In particolare è in Sicilia – complice la lunga dominazione araba – che la melanzana si è ritagliata uno spazio di tutto rispetto nella cucina tradizionale: pasta alla norma, melanzane imbottite, parmigiana, caponata, involtini… piatti elaborati e gustosi in cui questa lady affascinante e tenebrosa rivendica alla perfezione il suo ruolo da primadonna. Ecco quindi una ricetta tutta siciliana per lasciarsi stregare:

La mia caponata Filippo La Mantia

Ingredienti per 4 persone:
4 melanzane, 2 kg di pomodori rossi maturi, 2 mazzetti di basilico, 100 gr di pinoli, 200 gr di mandorle pelate, 100 gr di capperi sotto sale, origano, 50 cl di aceto di vino bianco, 50 gr di zucchero, olio extravergine d’oliva.

Preparazione:

Mondate e lavate le melanzane, tagliatele a cubetti e immergetele in acqua e sale per circa 15 minuti. Lavate e tagliate i pomodori a quarti e metteteli in un pentolone aggiungendo basilico, origano, qualche cappero dissalato ed un cucchiaio di olio extra vergine d’oliva. Quando il tutto sarà ben cotto, trasferite il composto nel passaverdura e ricavatene una salsa piuttosto densa. Ponete in un frullatore la salsa e aggiungete qualche foglia di basilico. Frullate il tutto e poi trasferite in una pentola e fate cuocere la salsa a fiamma dolce per circa 15 minuti. A questo punto risciacquate le melanzane in un tegame e scaldate dell’olio per poterle friggere. Quando l’olio raggiunge una temperatura elevata e prima che inizi a fumare, friggete le melanzane a tocchetti. Quando saranno pronte, raccoglietele con la schiumarola e mettetele a perdere unto su di un piatto foderato di carta assorbente da cucina. Trasferite le melanzane in una casseruola capiente, aggiungete tutti gli ingredienti, compresa la salsa di pomodoro, e mescolate molto dolcemente in modo che questi si amalgamino bene. Servite con dell’ottimo pane.

La pianta:
la melanzana è il frutto della solanum melogena, una pianta annuale sufrutescente, con fusto rigido e ramificato alto fino a 80 cm. Il frutto è una bacca con la parte superiore avvolta nel calice. Ha una forma allungata e arrotondata all’estremità, ed è spessa e di colore violaceo, o bianco.

Le varietà:
la Violetta lunga palermitana, viola scuro a frutto allungato; la Violetta lunga delle cascine con frutto violetto; la Violetta nana precoce a frutto piccolo. La melanzana di Murcia con foglie e fusto spinosi, frutto violetto, rotondo; la mostruosa di New York con frutto violetto enorme; la tonda comune di Firenze, violetto pallido ibrido, con pochi semi, polpa tenera e compatta.

di Flavia Rendina