Se, presi dalla curiosità di vedere come si cimenti con la nobile arte della cucina, acquisterete “La mia cucina” il ricettario del grande attore francese Gérard Depardieu che l’ottimo editore Guido Tommasi ha recentemente tradotto e pubblicato, non aspettatevi di trovare le banalità e le sciocchezze che personaggi celebri del mondo dello spettacolo, dello sport o della moda sciorinano quando si impegnano, da dilettanti più o meno ispirati, ai fornelli.

Non troverete i siparietti cui si può assistere in svariate trasmissioni televisive o in occasione di qualche evento mondano e che anche quando si traducono in un ricettario, o in un volume dedicato alla cucina dei cosiddetti
Vip, mostrano chiaramente i limiti della preparazione e della cultura culinaria del protagonista di turno.

Nel caso di questo bellissimo volume ci si accorge subito che l’autore, seppure sia “solo” un attore di cinema e di teatro di fama mondiale, ha tutte le carte in regola e parla e scrive con perfetta cognizione di causa (anche se si è giovato della collaborazione di tale Karen Howes che nel frontespizio figura come autore/autrice dei testi. Questo non solo perché si chiama Gérard Depardieu ed è un notorio grand gourmet, buongustaio, produttore di vino e perfetto goloso, ma ad esempio per la qualità e l’acutezza delle riflessioni della lunga e meditata introduzione che precede l’itinerario attraverso antipasti, zuppe, pesci e frutti di mare, carni e pollame, verdure e contorni e dessert e costituisce un’illustrazione della “filosofia della cucina” di Depardieu.

Un’introduzione circostanziata, appassionata e davvero a cuore aperto nella quale il nasuto Cyrano e mattatore di tanti film di successo confessa apertamente di essere un epicureo, “un uomo che ama il piacere”, come avrebbe detto Rousseau “sensuale, non goloso”, un cultore del senso del gusto, una persona che vede la cucina come espressione di una cultura materiale fatta di “rituali e costumi” e tradizioni che “sono sopravvissuti attraverso i secoli” e sono giunti sino a noi per essere a loro volta trasmessi alle generazioni future e non dispersi nel nome della globalizzazione. Una persona in grado di apprezzare, in qualsiasi angolo del mondo si trovi, il valore ed il significato della gastronomia e dei saperi alimentari locali, in un’ottica curiosa e intelligente, di biodiversità e varietà d’espressioni.

“La mia cucina: le confessioni di un goloso. di Gérard Depardieu”, Editore Guido Tommasi, 207 pagine con fotografie a tutta pagina di Nicolas Brant, €28.

(pubblicato su Aroma di maggio/giugno 2007)