Il rabarbaro è una pianta antica, originaria dell’Asia e più precisamente della Cina e del Tibet, dove veniva coltivata già 2.700 anni prima della nascita di Cristo. Il suo utilizzo per scopi medicinali la fece diffondere anche in Europa, dove alcune varietà si sono ben ambientate nelle zone temperate. In particolare, fu nella Grecia classica che alla pianta venne attribuito il nome attuale, dall’unione tra il sostantivo “rha”, che indicava “radice erbacea”, e l’aggettivo “bàrbaron”, perché la pianta veniva coltivata in terre barbare.
Il rabarbaro, appartenente alla famiglia delle Polygonaceae, è una pianta erbacea perenne e rizomatosa, presenta grandi foglie di colore verde intenso, che possono essere screziate di rosso, intere o divise in lobi, grossi gambi rossastri e uno sviluppato rizoma. Se le foglie ricoprono unicamente funzione ornamentale e decorativa, i gambi e il rizoma sono, invece, molto apprezzati ed utilizzati in erboristeria e in cucina.
In piccole dosi, infatti, il rabarbaro ha funzione astringente ed antisettica, ma può diventare un potente lassativo e un tonico per stomaco e fegato, con azione rinfrescante e digestiva. Come molti altri vegetali rossi, il gambo contiene polifenoli, gruppo di molecole fenoliche naturali, di cui è ormai consolidato il contributo nel prevenire l’ossidazione delle cellule e i radicali liberi, offre un ricco apporto di vitamina C, calcio e potassio, ed un elevato tasso di acido malico e di acido ossalico, soprattutto se consumato crudo.
Tuttavia, proprio per via del suo sapore fortemente asprigno, raramente si riesce a consumarlo senza cuocerlo, se non incorrendo in abbondanti dosi di zucchero o sale che ne vanificano senz’altro tutti gli effetti benefici, mentre è preferibile e particolarmente gradevole il consumo da cotto, specie in abbinamento con altri frutti, come limoni, fragole e mele, di cui esalta la dolcezza, e spezie, come la cannella e lo zenzero, per preparare marmellate, chutney, canditi, torte e sorbetti.
AROMA propone una ricetta dolce in grado di esaltare il gusto di questa preziosa erbacea
Torta al cocco e rabarbaro
Ingredienti: per la crosticina al cocco: 100 gr di zucchero di canna, 30 gr di burro morbido, 50 gr di cocco grattugiato, mezzo cucchiaino di cannella. per la torta: 240 gr di rabarbaro, 200 gr di zucchero di canna, 1 cucchiaino di bicarbonato, 85 gr di burro morbido, 300 gr di farina 00, 1 uovo bio, 240 ml di latticello (oppure 120 ml di latte e 120 ml di yogurt bianco). Preparazione: Tagliate il rabarbaro a cubetti di circa 1 cm di lato, spolveratelo con 2 cucchiai di zucchero di canna e mettetelo da parte (100 gr circa) In un’altra ciotolina mescolate i rimanenti 100 gr di zucchero di canna, 30 gr di burro, la cannella ed il cocco grattugiato, lavorate il tutto con le mani fino ad ottenere una miscela omogenea e briciolosa. Mettete da parte. Preriscaldate il forno (sopra e sotto, non ventilato) a 180°C. Imburrate ed infarinate la vostra tortiera. Mescolate la farina ed il bicarbonato in una piccola terrina. In una seconda terrina capiente, montate con lo sbattitore il burro con lo zucchero rimasto, fino a renderlo cremoso; aggiungete l’uovo ed il latticello continuando a mescolare. Versate quindi la miscela di farina e bicarbonato, sempre mescolando. Aiutandovi con una spatolina, incorporate il rabarbaro e l’eventuale succo che si è formato. Versate l’impasto nella tortiera e cospargetelo con il cocco zuccherato, in modo omogeneo. Infornate e cuocete per circa 50 minuti (non dimenticate di fare la prova stuzzicadente prima di spegnere il forno). Lasciate raffreddare completamente prima di servire.
di Flavia Rendina
(pubblicato su Aroma di gennaio/febbraio 2011)